Al tradizionale incontro di fine anno organizzato dal Coordinamento
campano delle associazioni antiracket e antiusura della FAI ha partecipato,
quest'anno, Nicola Barbato, Soprintendente della Polizia di Stato ferito
gravemente due anni fa durante una operazione antiracket a Napoli. Con lui
l'autorevole presenza del Questore di Napoli, Guido Marino, e del Capo della
Squadra Mobile, Fausto Lamparelli, e del Vice Questore Aggiunto Gianluca
Boiano, accompagnati da numerosi colleghi della Squadra Mobile di Napoli che si
sono stretti affettuosamente, insieme agli aderenti della FAI, a Nicola Barbato
per festeggiarlo.
Nel suo discorso introduttivo Tano Grasso,
Presidente Onorario della FAI, parlando ai presidenti delle associazioni
iscritte alla Federazione Antiracket e ai numerosi soci presenti nella palestra
Kodokan - gestita da Peppe Marmo, membro del direttivo dell’associazione FAI di
Porta Capuana - ha detto di voler dedicare proprio a Nicola Barbato il
tradizionale brindisi di fine anno. Dopo aver tracciato un bilancio del lavoro
svolto nel corso di quest'anno, si sono susseguiti diversi interventi. Prima quello di Padre Giorgio Pisano, presidente dell'associazione antiusura di Portici, poi
le significative testimonianze di Massimo Noviello, figlio di Domenico, vittima
innocente della camorra, insieme a quelle di Filippo Nocerino, imprenditore edile che ha
fatto arrestare numerosi estorsori, e Salvatore Castelluccio che nei mesi
scorsi, denunciando, ha consentito l'arresto di una banda di estorsori del
centro storico di Napoli. In quanto vittime di racket hanno raccontato le loro vicende
a seguito delle richieste estorsive avanzate da delinquenti.
Tano Grasso, partendo dalla storia esemplare di Nicola
Barbato, ha argomentato sui tre principi che devono sempre motivare l'impegno
delle associazioni antiracket: la solidarietà e la coesione dei commercianti
per estendere sempre di più il movimento di contrasto al racket; il coraggio
dei commercianti per la denuncia del "pizzo"; il forte sostegno a chi
ha denunciato gli estorsori. Il Presidente Grasso ha focalizzato la sua
attenzione sulla vicenda del parrucchiere Salvatore Castelluccio il quale dopo
la denuncia ha visto calare la sua clientela e quindi il suo lavoro.
Dopo gli interventi del Vicepresidente nazionale
della FAI Luigi Ferrucci e del Coordinatore campano, Rosario D'Angelo - particolarmente emozionato per il suo rapporto di vicinanza con Nicola Barbato - è intervenuto il Questore di Napoli, Guido Marino, il quale ha incoraggiato i
presenti a proseguire il rapporto di collaborazione con le forze dell'ordine
assicurando, come dimostrato dai fatti e dall'esempio di Nicola Barbato, tutto
l'impegno della Polizia di Stato nella lotta al crimine organizzato. Ha
concluso con un messaggio di fiducia sottolineando che a Napoli deve prevalere
la maggioranza dei cittadini onesti e non quella di una minoranza di
delinquenti che ne infanga l’immagine.
Benché emozionato, le parole di Nicola Barbato
sono state ferme e sicure: "Io non sono un eroe, non mi considerate tale,
ho fatto solo il mio dovere di Poliziotto e nonostante ciò che mi è capitato
risceglierei ancora e sempre questo lavoro al servizio dei cittadini". Il Soprintendente
ha aggiunto che, di fronte al coraggio di cittadini che si organizzano in
associazioni per contrastare la criminalità, un poliziotto deve sentirsi ancora
più motivato di servire lo Stato con dedizione e spirito di sacrificio. Barbato, ha aggiunto Tano Grasso in conclusione,
testimonia il vincolo di solidarietà che lega la FAI alle Forze dell'Ordine.
Il brindisi finale ha suggellato un'aria di festa
e si è caratterizzato per l'atmosfera di solidarietà e di amicizia sia per i
dirigenti e i soci della FAI che per gli uomini della Polizia che hanno voluto
festeggiare il collega Nicola Barbato.