«Sono sempre più convinto che la lotta per la legalità è una
lotta per la dignità della persona ma anche per promuovere lo sviluppo dei
nostri territori. Se decidessimo di liberarci dal condizionamento criminale
sapremmo sicuramente fare passi avanti molto importanti: sapremmo valorizzare
le risorse pubbliche e fare anche molto in assenza delle stesse. È importante
mobilitarsi: non ci sono poliziotti che possano bastare se mancano l’impegno e
la determinazione dei cittadini, se manca la volontà di combinare le energie, i
beni relazionali, la fiducia, la condivisione degli obiettivi».
Lo ha detto il Viceministro
dell'Interno Filippo Bubbico intervenendo alla VII assemblea regionale delle associazioni antiracket e antiusura della
Campania organizzata dalla FAI tenutasi ieri a Pomigliano d'Arco. «Esiste –
ha aggiunto Bubbico - una situazione sociale che non può essere trascurata.
Viviamo in una situazione di crisi profonda dei valori e dobbiamo reagire con
determinazione: per questo esistono i nuclei aggregativi costituiti sulla base
di esperienze comuni, di paure vissute, di coraggio manifestato con dignità e
senza estetismi di natura eroica ma semplicemente per necessità di manifestare
il proprio diritto a vivere e lavorare tranquilli.
Anche la politica – ha continuato il Viceministro
dell’Interno - deve fare qualche passo avanti: l’onestà e la legalità devono
stare da tutte le parti e appartenere al senso civico. Voi – parlando alla
platea dei soci della FAI - non solo rappresentate il riferimento per una
battaglia che deve essere mantenuta viva ma anche la conferma di quanto sia possibile
resistere e trasformare le difficoltà in capacità nuove di guardare con fiducia
al futuro».
Le numerose battaglie per combattere le piaghe del
"pizzo" e dell’usura sono state descritte da Salvatore Cantone,
presidente dell'associazione antiracket di Pomigliano, e da Rosario D'Angelo, Coordinatore
delle associazioni campane riunite nella Federazione Antiracket. Dal 2005 a
oggi le associazioni antiracket campane si sono costituite parte civile 345
volte, prendendo parte a 282 processi penali nei quali sono stati condannati
2627 imputati. Tutelati oltre 1469 parti offese di cui 204 nell’anno corrente.
Sono i dati che emergono dalla relazione di D’Angelo che ha ricordato l’impegno
costante delle 20 associazioni in Campania e di oltre seicento soci.
Durante l’assemblea - svoltasi nel complesso La Distilleria-Feltrinelli
in via Roma a Pomigliano d'Arco - hanno preso la parola anche Raffaele Russo, Sindaco
di Pomigliano d’Arco, Giuseppe Scandurra, presidente della Federazione
Antiracket, Fabio Giuliani, referente regionale di Libera e Luigi Ferrucci,
presidente dell’associazione di Castel Volturno nonché vicepresidente della
FAI. Ognuno di loro ha testimoniato l’impegno contro la criminalità organizzata
portato avanti da diversi anni a questa parte sottolineando le difficoltà del
contesto come la “crisi dell’antimafia”, la tendenza alla spettacolarizzazione dei
fatti e la crescente violenza delle bande criminali nella regione.
«Noi siamo qui perché in un preciso momento della propria
vita ci siamo trovati di fronte a un bivio: rinunciare alla libertà dopo le
intimidazioni mafiose oppure reagire recuperando la libertà» ha detto Tano Grasso, Presidente Onorario della FAI.
«Ognuno che ha vissuto questa esperienza – ha proseguito - deve aiutare gli
altri a venirne fuori: non è più il poliziotto a convincere il commerciante a
denunciare ma è un collega a farlo. Col nostro modello – ha argomentato - siamo
indispensabili per qualunque intervento di contrasto. Ciò che impedisce la
riproduzione del fenomeno mafioso sul territorio dipende dall’intervento dei
soggetti non istituzionali: fino a quando non ci sono imprenditori che si
espongono non si avrà un controllo. Noi siamo uno strumento parastatale che può
interloquire direttamente con gli operatori economici e che determina realmente
la liberazione del territorio».
Ieri erano presenti in sala il Prefetto di Napoli, Maria
Gerarda Pantalone, accompagnata dai rappresentati delle forze dell’ordine
locali. In prima fila il Questore di Napoli, Guido Marino, il Generale
Gianluigi D'Alfonso, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli,
e il Tenente Colonnello Rino Coppola, Comandante dei Carabinieri del Gruppo
Napoli 1 di Castello di Cisterna. Tra i numerosi partecipanti anche gli alunni
della 3° D dell’i.c. Sulmona-Leone di Pomigliano d’Arco.