La FAI, Federazione delle Associazioni Italiane Antiracket e Antiusura, insieme all’Unione Casertana Antiracket Parete-Trentola Ducenta, questa mattina ha organizzato una manifestazione in memoria di Antonio Ciardullo e di Ernesto Fabozzi, vittime innocenti della camorra che non si sono piegate alla richiesta estorsiva e ne hanno pagato con la vita le conseguenze per mano di delinquenti appartenenti di gruppo del boss Setola.
È stato un momento intenso che ha visto una numerosa e sentita partecipazione da parte dei cittadini della zona e dei docenti della scuola 'Leonardo Da Vinci' di San Marcellino (Caserta) dove si è svolta l’iniziativa. Erano presenti: il Colonnello Giancarlo Scafuri, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Caserta; il Vice Questore Paolo Iodice, Dirigente del Commissariato di Aversa; il Maresciallo Ianniello in rappresentanza del gruppo di Aversa della Guardia di Finanza; il Tenente Annunziata in rappresentanza del Comando dei Carabinieri di Aversa; Anacleto Colombiano, Sindaco di San Marcellino; Don Salvatore Verde, Parroco di San Marcellino; Maria Amalia Zumbolo, Dirigente Scolastico della scuola ospittante; il Maresciallo Vetriani, Comandante della stazione dei Carabinieri di San Marcellino e Franco Fabozzi, Comandante della Polizia Municipale del Comune di San Marcellino. In rappresentanza della FAI erano presenti Rosario D'Angelo e Luigi Ferrucci, rispettivamente coordinatore regionale e provinciale.
«Dobbiamo guardare Antonio, Ernesto e tante altre vittime innocenti di camorra – dice Pietro Falco dell’U.C.A., Unione Casertana Antiracket - come esempio di persone coraggiose, con la schiena diritta, piene di dignità, esempi di uomini veri. Ribellarsi alla camorra – riflette Falco - è un atto giusto ma ad alto rischio di ritorsioni fino al pericolo per la propria vita se si è soli: isolati dai colleghi, dalle istituzioni, dall’opinione pubblica. La nostra esperienza associativa – assicura l’attivista antiracket - permette di sostenerci a vicenda, di organizzarci e di coordinarci con le forze dell’ordine, con la magistratura e con gli enti locali: questo riduce l’esposizione e quasi azzera il rischio stesso. Davanti alla criminalità organizzata poniamo una società civile organizzata.
Nella storia del casertano – aggiunge - la camorra ha certamente contribuito, in parte come causa e in parte come effetto, al degrado civile, economico e morale del territorio: negli ultimi tempi, però, si sta assistendo a un risveglio e a un riscatto della coscienza nell’opinione pubblica anche attraverso le piccole o grandi azioni come questa. La presenza di istituzioni è di conforto perché indica che noi cittadini non siamo soli: possiamo trovare ascolto, appoggio e sostegno in caso di necessità».
«Il loro omicidio – commenta Luigi Ferrucci, coordinatore
provinciale della FAI - appartiene a quel periodo terribile durante il quale il
gruppo stragista di Giuseppe Setola mise a ferro e fuoco i territori della
provincia di Caserta mietendo decine di vite in pochi mesi. Come per quelli di Domenico
Noviello e di altri, anche questo omicidio nasce certamente come vendetta per
una denuncia contro un esponente del clan dei casalesi ma anche e soprattutto
come monito a tutti gli operatori economici affinché nessun’altro osasse alzare
la testa e denunciare.
È fondamentale che nel ricordare le vittime innocenti della
criminalità organizzata ci si impegni anche a sensibilizzare operatori
economici, giovani, semplici cittadini e anche istituzioni pubbliche affinché
aumentino le denunce e si continui lungo la strada già intrapresa da qualche
anno in queste terre, quella della legalità.
Noi commercianti ed imprenditori aderenti alla rete delle associazioni
antiracket della FAI - continua Ferrucci - siamo la prova tangibile che è possibile denunciare in
ragionevole sicurezza. È la storia che lo dice e soprattutto il fatto che
lo Stato, effettivamente non troppo presente fino agli anni a ridosso del
2008, è veramente al nostro fianco da tempo mandando in questi territori gli
uomini migliori sia tra le forze dell'ordine che nella magistratura. A questi
uomini va il nostro plauso e il nostro ringraziamento. Ai nostri colleghi
imprenditori e commercianti diciamo invece che non è più tempo di girarsi
dall'altra parte: lo dobbiamo alle vittime innocenti delle mafie e soprattutto
a chi verrà dopo di noi, ai nostri figli».