Nella sede FAI di Castel Volturno, in provincia di Caserta,
si è svolto un altro incontro formativo con un gruppo di giovanissimi scout
insieme al magistrato Giovanni Conzo.
L’iniziativa rientra nei campi itineranti sui beni confiscati del casertano "Cantiere R/S - Da terre di camorra a le terre di don Peppe Diana" degli scout
Agesci. Oltre Luigi Ferrucci, presidente dell'associazione FAI di Castel Volturno, erano
presenti Valerio Taglione, coordinatore del Comitato Don Peppe Diana, l'incaricato nazionale per il settore 'Giustizia e Pace' dell'Agesci, Michele Martino, e Massimiliano Noviello, figlio
di Domenico, vittima innocente di camorra.
Si è fatta memoria descrivendo proprio le figure di Domenico
Noviello e di Libero Grassi, vittime della criminalità organizzata che hanno
denunciato i loro estorsori e che non si sono piegati alle richieste dei
delinquenti.
Come per ogni incontro Ferrucci ha descritto il ruolo della
FAI, ha spiegato le dinamiche del territorio negli anni terribili e di come oggi
la situazione sia cambiata e migliorata pur restando, quello casertano, un
territorio difficile e nel quale il lavoro è costante e faticoso.
Si è, quindi, parlato di mafie e di come parte della
cittadina si sia ribellata in maniera intelligente, grazie alla FAI e alle sue iniziative, e di come all'indomani delle denunce e della formazione della
associazione si sia creato un contatto sinergico con altre realtà positive del territorio:
come Libera, il gruppo scout locale e lo stesso Comitato Don Peppe Diana.
I giovanissimi scout – dai 16 ai 21 anni – hanno potuto
apprendere informazioni sulla pratica del consumo critico e sulla rete di
esercenti che hanno aderito a questa iniziativa da diversi anni.
Ma il tema principale alla base di questo incontro è stato
il coraggio delle scelte: è stata sottolineata la differenza tra chi era solo e
ha pagato con la vita la scelta di ribellarsi e chi invece lo fa in seno alle
associazioni antiracket come la FAI non esponendosi in prima persona ma supportato
costantemente, prima e dopo la denuncia formale.
L’ennesima occasione per ribadire il concetto che solo una
adeguata conoscenza su certi temi, e dunque una consapevolezza, potrà aiutarci
a sconfiggere certi fenomeni o aiutare affinché vengano arginati supportando il
lavoro consistente di forze dell’ordine e magistratura.