"Questo è il più bel segnale che
la Sicilia possa ricevere: i cittadini devono fare ogni giorno il
proprio dovere. Non mi sento solo, sono felice per tutta questa manifestazione
d'affetto. Questa terra non ha bisogno di eroi ma di tanta gente perbene".
Il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, commenta così la grande
manifestazione di sabato 21 maggio a Sant'Agata di Militello, alla
quale hanno partecipato quasi cinquemila persone. Una marcia di solidarietà per
lui e la sua scorta, vittime di un agguato di stampo mafioso. Cittadini, studenti, scout, i commercianti di Capo d'Orlando
protagonisti 25 anni fa della prima battaglia antiracket contro i mafiosi dei
clan di Cesaro' e Tortorici, i sindaci dei Nebrodi, gli aderenti alla FAI -
Federazione Antiracket Italiana, tra cui il presidente Giuseppe Scandurra, il
presidente onorario guidati Tano Grasso, i sindacati, i rappresentanti delle
istituzioni e, in prima fila, il presidente della Regione Rosario Crocetta.
“La forza della nostra esperienza è di non considerare mai le partite chiuse. Qui 25 anni fa 20mila persone chiusero una partita contro il racket e il pizzo. Ora le partite si riaprono”, cosi commenta Tano Grasso. “Bisogna considerare che quando si apre un varco la mafia vuole entrarvi – ha aggiunto – Ora bisogna chiuderlo. Siamo qui per provare a fare un’operazione analoga a quella di 25 anni fa. Siamo di fronte ad un ritardo culturale sulla mafia dei pascoli e dei campi. Per fortuna avendo forze dell’ordine e magistrati eccellenti riusciremo a colmare il ritardo”.
La marcia è partita intorno alle 10.30 da Piazza Duomo
sotto la sede del Parco dei Nebrodi. Nonostante la giornata tutt'altro che
primaverile, con un cielo che prometteva pioggia, sotto le finestre della sede
del Parco si è radunata una grande folla per testimoniare la vicinanza al
presidente oggetto del fallito agguato di martedì notte (17 maggio). Il corteo
si è poi spostato verso piazza Castello dove è stato allestito un palco che ha
ospitato gli interventi.
"Da
questa piazza parte un messaggio che è molto più forte dei proiettili, lo Stato
c'è, vince e reagirà in una maniera che non ne hanno neanche idea. Io ho la
consapevolezza di avere a fianco tutti voi e il più forte incoraggiamento è
quello delle mie figlie che guardandomi negli occhi mi hanno detto: Papà vai
avanti", conclude dal palco Antoci.
Nella zona dell'agguato da ieri (20 maggio) operano alcune squadre dei Cacciatori di Calabria, i carabinieri specializzati nella
ricerca di covi. E nei prossimi giorni arriveranno altri agenti di forze speciali con
il compito di battere a tappeto il territorio a caccia di chi ha sparato al
presidente del Parco dei Nebrodi.
Fonte - Repubblica
cdc