"Bisogna abbattere un tabù. Non è vero che c'è omertà al Sud e non al Nord. Penso che questo rapporto vada stabilizzato e messo alla pari. Al Nord c'è la stessa omertà. Al Sud è la mafia che va dall'imprenditore, al Nord è lo stesso imprenditore che cerca il mafioso per ottenere dei servizi e quindi è più difficile rompere questo rapporto". Questo il dato segnalato dal commissario straordinario antiracket Santi Giuffrè ed emerso in Prefettura, dove sono stati presentati i dati e i risultati ottenuti dallo "Sportello di Solidarietà", che dal 2013 fornisce supporto giuridico, economico e psicologico alle vittime di racket ed usura. "Il Sud, anzi, è meno omertoso - ha aggiunto - perchè c'è la consapevolezza di uno Stato che sa dare servizi e aiuti economici per farti ripartire".
Tanti sono gli imprenditori che hanno denunciato i mafiosi e che hanno chiesto aiuto non solo alle forze dell’ordine ma anche a comitati, associazioni ed enti statali. Persone realmente disperate quanto cocciute, non come «quegli imprenditori - denuncia Tano Grasso - che sono contigui agli ambienti mafiosi ma cercano di accreditarsi come simboli della lotta al racket, sperando di acquisire il marchio dell’impresa antimafia per ottenere benefici e una sorta di immunità dalle indagini giudiziarie». Per il presidente onorario della Fai «soltanto un rapporto vivace e rigoroso con le forze dell’ordine può scongiurare il rischio infiltrazioni nelle associazioni antiracket».
cdc
Lo Sportello di Solidarietà è nato nel 2013 da un progetto in collaborazione tra alcuni professionisti/attivisti fondatori del comitato Addiopizzo, l’ufficio del commissario straordinario antiracket e la Fai. In questi anni il progetto ha raggiunto grossi risultati: 127 utenti registrati, quasi 5,5 milioni di euro di elargizioni dal Fondo di Solidarietà per le Vittime del racket e dell’usura, 41 provvedimenti di sospensione dei termini di pagamento di tasse e mutui bancari in favore delle vittime ed oltre 1.300 atti di assistenza tecnico/amministrativa.Nel corso dell’evento sono intervenuti il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, il procuratore aggiunto Bernardo Petralia, il presidente Onorario della Fai, Tano Grasso, e i rappresentanti dello Sportello di Solidarietà, il responsabile Salvatore Ugo Forello, Valerio D’Antoni, Paola Tripi e le dottoresse Paola Cavani e Rossella Chifari.E sulla base del lavoro compiuto e dei risultati ottenuti, lo Sportello di Solidarietà rilancia la propria attività futura con una nuova sede a Palermo, in via Scrofani n. 58, con un’utenza telefonica attiva 24 ore su 24 (tel. 342.7105826) ed un sito internet all’avanguardia (www.sportellosolidarieta.it)."In continuità con l’attività degli ultimi tre anni - si legge in una nota - lo Sportello di Solidarietà offre a titolo gratuito una innovativa possibilità di assistenza e, in particolare, una tutela concreta, efficiente e rapida a coloro che sono a rischio di usura e alle persone offese da delitti di estorsione, di usura (anche bancaria) e/o di stampo mafioso. L’equipe, composta da avvocati, commercialisti, tributaristi e psicologi supporta le vittime nella delicata fase precedente alla denuncia e nel momento successivo ad essa, offrendo una tutela su tutte le problematiche che possano interessare il denunciante e il suo nucleo familiare".